Il 26 maggio 2025 dalla Striscia di Gaza esce questa storia: un raid israeliano a Khan Yunis ha ucciso 9 dei 10 figli della dottoressa Alaa al Najjar, pediatra dell’ospedale al Tahrir. Il raid è avvenuto nella notte fra il 23 e il 24 maggio. La dottoressa stava lavorando quando il raid ha colpito i bambini, mentre il marito si trovava già con loro. Nove bambini sono morti carbonizzati, la dottoressa ha dovuto recarsi in obitorio per il il riconoscimento dei corpi carbonizzati e il marito è stato portato in terapia intensiva. I bambini morti avevano dai 7 mesi ai 12 anni.
In poche ore la storia viene propagata sui social e poi anche dalla stampa italiana, fra cui le testate giornalistiche de: Il Sole 24 ore, Repubblica, Avvenire, Ansa, TgCom24, Corriere della Sera. Fra le prime testate giornalistiche estere che si occupano di divulgare questa storia ci sono il Guardian e la BBC.
La fonte in ognuno di questi casi è il Ministero della Salute di Gaza, cioè Hamas. Le immagini utilizzate dalle suddette testate che accompagnano la storia non collimano fra loro, cioè sono tutte diverse ad eccezione del Guardian e del Corriere che hanno pubblicato l’unico bambino sopravvissuto nel letto dell’ospedale ripreso da angolazioni diverse. Avvenire per “identificare” la dottoressa Alaa pubblica addirittura la foto di una donna completamente avvolta da un burqa nero.

Un altro articolo del Guardian pubblica una foto dei bambini scattata molto prima del raid:

Il suddetto articolo del Guardian viene divulgato su X da Lorenzo Tondo, corrispondente del Guardian, che nel proprio post aggiunge che alcuni bambini sono stati decapitati, mentre altri non consentivano il riconoscimento poiché carbonizzati:

Questo post su X di Lorenzo Tondo viene ricondiviso da moltissime persone, fra cui ad esempio Nello Scavo, giornalista di Avvenire, sulla medesima piattaforma.
Altre immagini che accompagnano questa storia sono le seguenti:






Dopo poche ore dalla divulgazione di questa storia della dottoressa al Najjar di Khan Yunis, Hamas ha ottenuto ciò che voleva: il mondo intero è sicuro che Israele sia il demonio perché il suo esercito commette raid che uccidono i bambini, li carbonizzano fino a impedirne il riconoscimento, in alcuni casi li decapita.
CONFUTAZIONE PUNTUALE DELLA STORIA
- le probabilità che una donna, la quale aderisce pienamente alla sharia come dimostrato dall’indossare il burqa, abbia potuto studiare medicina e pediatria sono bassissime, se non nulle.
- le probabilità che una donna, studiando medicina e pediatria ed esercitando la professione di medico pediatra in un ospedale, abbia potuto partorire 10 volte e crescere 10 figli negli ultimi 10 anni minimo (fra le vittime ci sarebbe una bambina di 7 mesi e un bambino di 12 anni) sono bassissime, se non nulle (forse 10 gravidanze in 10 anni sono biologicamente impossibili, a meno che non vi sia qualche gravidanza gemellare nel mezzo, ma questo dubbio andrebbe sottoposto ad un medico).
- la foto che ritrae i bambini in vita, scattata molto prima del raid, mostra dei bambini che non combaciano coi cadaveri nelle foto all’obitorio.
- la foto all’obitorio non mostra dei bambini carbonizzati.
- la foto all’obitorio non mostra dei bambini decapitati.
- la foto all’obitorio presenta una luce non naturale e nemmeno producibile in studio fotografico se non tramite pannelli riflettenti appositi (l’ombra del lettino a destra delle foto suggerisce che la dottoressa abbia la luce in alto a destra rispetto a sé, ne deriva che la parte a destra del volto dei bambini dovrebbe essere in ombra. I bambini sono illuminati con la stessa misurazione di luce sul volto e questo può essere producibile in studio fotografico soltanto con dei pannelli riflettenti posti fra la testa della dottoressa e il soffitto, che chiaramente in questo caso non ci sono).
- la foto all’obitorio presenta il bambino n°2 e il bambino n°5 identici (da sinistra verso destra).
- il lettino dove giace il bambino n°5 non si capisce come faccia a iniziare dal letto precedente (dove giace il bambino n°6) come diretta continuazione e come faccia a finire da solo, come letto autonomo, pochi centimetri più in là.
- il bambino n°2 è sproporzionato fra la testa e il corpo.
- la foto all’obitorio non mostra nemmeno un bambino riconducibile ai bambini ritratti nelle foto scattate prima del raid.
- la foto della dottoressa ricurva sui 5 bambini interamente avvolti nei tessuti bianchi non dice nulla.
- la foto in cui la dottoressa compare straziata con un altro uomo adulto e un altro bambino è già stata pubblicata il 1 gennaio 2024 da una testata giornalistica turca, la quale offre un rapporto sulle supposte uccisioni di palestinesi da parte di Israele nel corso del 2023. L’articolo è qui e se dovessero cancellare la pagina, ecco lo screenshot con traduzione automatica dal turco all’italiano.

- la foto che ritrae la dottoressa con stetoscopio al collo e tutti i bambini fra le braccia, in un ospedale, è chiaramente generata dall’intelligenza artificiale (hanno dimenticato il logo in basso a destra), così come lo è molto probabilmente l’immagine all’obitorio.
- l’ultima immagine che ritrae 7 bambini seduti per terra con le spalle al muro mentre bevono un succo non combacia con nessuno dei volti presenti nelle altre foto, anzi è già stata divulgata nel marzo 2025 come foto dei bambini della famiglia Abu Daqa suppostamente uccisi da un altro raid israeliano.

- il bambino unico sopravvissuto è già stato ritratto in immagini analoghe in un reel di ottobre 2024:

- esiste o è esistito un altro medico della famiglia al Najjar che secondo alcuni post dei mesi precedenti sarebbe morto come martire (nel glossario islamico morire come martire significa morire ucciso durante un attentato o uno scontro violento col nemico, in questo caso sempre Israele)

Il suddetto dottor al Najjar compare in altri scatti come questo che non hanno bisogno di commento:

CONCLUSIONI
Se la notizia della madre che ha perso 9 figli è vera, perché c’è stato bisogno di confezionarla con così tanti punti sospetti, fino alla pura contraddizione fra bambini carbonizzati e bambini non carbonizzati?
Nella psiche islamica la menzogna è un buon precetto di Allah da utilizzare in vari modi contro i miscredenti (segue un video in cui spiego dettagliatamente la pratica della menzogna islamica).
Inoltre questo tipo di menzogna alimenta anche il vittimismo, arte in cui i “palestinesi” sono sempre stati eccellenti perché il vittimismo ha sempre pagato bene, grazie agli ingenti fiumi di donazioni che giungono dagli occidentali, tramite donazioni varie, campagne come quelle su GoFundMe, ONG, ecc.
Tutto quello che Hamas fa, lo fa perché sa che funziona.
Smettere di credere alle “notizie” di Hamas è il primo passo verso la fine della guerra: la guerra potrebbe finire ADESSO se Hamas rilasciasse i 58 ostaggi mancanti, se si arrendesse con un disarmo organizzato magari con la supervisione degli altri Paesi arabi e delle altre potenze occidentali, se si smettesse di arricchire Hamas sia di denaro che di credibilità.
(Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo sui tuoi social e coi tuoi contatti affinché la propaganda di Hamas venga contrastata e magari vinta. Grazie!).
AGGIORNAMENTO POST PUBBLICAZIONE
Esiste una clip che dovrebbe riferirsi ai corpi dei bambini riesumati dalle macerie. La clip è questa:
Ci sono diversi elementi che generano sospetto:
- uno dei soccorritori che compare dal minuto 00.46 in poi sembrerebbe proprio Hassan Abdel Fattah Mohammed Eslaih, un noto terrorista di Hamas che aveva anche partecipato attivamente al 7 Ottobre, in seguito figurava spesso come “photoreporter”, celebre per una foto in cui Sinwar in persona lo bacia. E’ stato ucciso dalle IDF a metà maggio circa. Se il soccorritore di cui parlo è quel terrorista, questa clip non può riferirsi alla famiglia al Najjar che dovrebbe essere morta due settimane dopo.



- il raid è avvenuto di notte, questa clip è girata durante il giorno.
- purtroppo quelli che dovrebbero essere i resti carbonizzati dei bambini non costituiscono nessuna prova, cioè potrebbero essere qualsiasi cosa.
- il clan degli al Najjar è ben noto a Khan Yunis, si tratta di una famiglia affiliata ad Hamas ed è tristemente nota l’esposizione che i terroristi attuano dei loro stessi figli.
- la clip è stata diffusa massimo 24 ore fa (nella mattinata del 26 maggio) mentre il raid è del 23 maggio.
Perché aggiungere da subito foto clamorosamente false, articoli dell’anno scorso, foto prodotte con l’IA, quando si poteva o non aggiungere nulla (tanto meno un ragazzino già fotografato in passato o un’altra famiglia con altri bambini già “usati”) oppure divulgare la clip, in cui però compare un soccorritore molto simile ad un terrorista/”photoreporter” già ucciso a metà maggio?